Ho incontrato il produttore Giovanni Campari, a cui ho fatto alcune domande sulla sua nuova linea di gin artigianali Gin Terrae.
Giovanni Campari non è nuovo nel panorama della produzione di bevande alcoliche di qualità.
Fra i fondatori del Birrificio del Ducato, dopo aver lasciato il mondo della birra, Campari si è dedicato anche alla produzione di vini e a quella di un particolare distillato messicano, il Sotol.
Fino ad arrivare, oggi, alla produzione artigianale di Gin.
Inoltre, il suo Gin Onde della linea Gin Terrae ha ricevuto la medaglia d’argento nella categoria Contemporary Style Gin dei gin italiani al World Gin Awards.
Raccontare la Terra attraverso il Gin
Quella di Giovanni Campari è una missione che parte dalla voglia di raccontare il territorio italiano nelle sue diverse sfaccettature.
“Voglio raccontare la natura, perché per me è la cosa più bella che c’è nel mondo – mi racconta il Dottor Campari – quindi con la mia forma espressiva, che è appunto quella dei distillati mi viene facile raccontare la terra”.
Perché?
Perché “le botaniche sono tutte erbe spontanee selvatiche raccolte a mano, in determinati periodi dell’anno, per raccontare meglio la stagione” e soprattutto, perché le botaniche impiegate nella distillazione connotano un determinato territorio.
I tre gin, realizzati nello stile London Dry Gin, che compongono la linea Gin Terrae rappresentano tre territori diversi dell’Italia: il mare, la montagna e la pianura.
Per il Gin Neve, le erbe (tra cui Genziana e Pino Mugo) vengono raccolte nel Cadore, regione delle Dolomiti orientali, quella meno battuta dalle piste da scii e quindi, più selvaggia e incontaminata, in cui le piante e i loro odori mantengono meglio il legame con il territorio originario.
Il Gin Onde, contiene, fra le altre botaniche, l’Elicriso, il Timo e la Santolina che sono le erbe che più caratterizzano il territorio marittimo della costa Ligure: “l’elicriso lo vado a cogliere alla fine dell’estate, quando la pianta è sfiorita e ha raccolto tutti gli aromi – mi racconta Campari – se lo andassi a cogliere a Giugno o a Luglio sarebbe tutta un’altra cosa”. C’è quindi anche una scelta precisa sul periodo in cui andare a raccogliere queste erbe spontanee.
Chiude la linea il Gin Campi, dedicato ai campi bruciati dal sole dell’Emilia Romagna, della pianura, delle stalle e del fieno. E infatti, al suo interno troviamo fieno e foglia di pomodoro, odori tipici della pianura emiliana.
Perché questi tre territori?
La scelta di dedicare tre Gin a questi tre diversi territorio, Giovanni Campari me la spiega in modo netto e personale: “Neve, è la suggestione della neve. Onde, è il ricordo di una estate della mia infanzia, passata nella costiera ligure. Campi è il luogo in cui sono tornato dopo aver vissuto in vari luoghi, anche all’estero, e il luogo da cui viene la mia famiglia.”
Non solo tre regioni diverse, ma anche tre stili di vita, tre stagioni e tre temperamenti diversi: “le tre terre sono appunto, la montagna e l’idea dell’inverno, il mare e quindi la sapidità e la campagna – emiliana – l’estate, il caldo.”
Ed i profili aromatici dei tre Gin rispecchiano appieno ciò che il produttore ha voluto imprimere in ogni bottiglia, riuscendo ad inserire all’interno dei distillati sia le sue esperienze personali, sia le particolarità delle tre regioni a cui sono dedicati i Gin.
I riferimenti alchemici nella linea Gin Terrae
A partire dalle stesse etichette, Giovanni mi spiega cos’altro lo ha ispirato nella realizzazione dei suopi prodotti.
Sulle etichette vengono mostrate, davanti, le botaniche utilizzate, mentre nel retro è visibile un testo in cui sono elencate le caratteristiche e le erbe utilizzate nel Gin e tre simboli che appartengono alla simbologia alchemica. I simboli erano: “utilizzati dagli alchimisti nella spagiria, la scienza che scomponeva le piante. Sono i tre principi fondamentali, ovvero la parte calda, il fuoco” che per Campari non può non rappresentare “Campi, perché è il caldo delle estati” c’è poi la parte fredda, quella lunare, rappresentata dal mercurio filosofico, che per il dottor Campari “è Neve è il freddo” mentre “Onde è la parte inanimata, la parte minerale, zolfo, mercurio, sale”.
Il dottor Campari ci tiene a spiegarmi che per questi motivi, la linea Terrae è completa nelle tre versioni realizzate. Continuerà a produrre annualmente poche bottiglie che, chiaramente, avranno “delle piccole variazioni” dovute ad esempio al clima, perché, mi dice, “le piante non mentono“.
Nella sezione le mie esperienze in distilleria trovate la descrizione di tutti e tre i Gin che compongono la linea Gin Terrae, ho descritto gli aromi, i profumi e l’abbinamento che ho utilizzato durante la mia degustazione ;).
Se invece qualcuno di voi ha già provato uno dei Gin Terrae, fatemelo sapere nei commenti a questo articolo, o sui miei social.
A presto, Naufraghi!